venerdì 22 maggio 2020

LILIANA SEGRE. . ."COME UN ANIMALE FERITO"

              




Liliana Segre, oggi,  è Senatrice a vita nel nostro parlamento. Ma era una  bambina negli anni terribili della seconda guerra mondiale e delle persecuzioni naziste. La piccola Liliana fu espulsa dalla scuola in terza elementare. Era  ill 1938, l'anno delle leggi razziali. Fu espulsa da scuola perché era di origini ebraiche, anche se non era religiosa praticante. Il padre e alcuni parenti cercarono di scappare dall'Italia ma furono fermati ed arrestati. Liliana fu portata nel campo di concentramento di Auschwitz, uno dei più conosciuti e tremendi campi di sterminio. Lì perse tutti i suoi cari, uccisi dai nazisti. Liliana poi fu  trasferita in un altro campo, perché stavano arrivando i  soldati russi, che altrimenti la avrebbero liberata. La ragazza dovette partecipare alla "marcia della morte", che si trattava di un  trasferimento a piedi durante il quale non si poteva riposare e chi cadeva o si feriva, veniva fucilato. La classe 5^A della nostra scuola primaria,  dopo aver letto e ascoltato le parole di Liliana Segre, ha scritto delle poesie.  Leggiamone insieme alcune.
Sofia Tricarico
Sono un animale ferito,
mi hanno tolto vitto e alloggio,
sono intimorito,
impaurito,
io odio questo rito,
 le docce a gas,
loro san che non le devono più usar.
Sono stata privata della mia dignità,
mi rubarono per sempre
la mia serenità,
i miei compagni terrorizzati,
da lì a poco ammazzati,
voi dèi della pace che siete determinati,
continuate a lottare per i nostri diritti.
Io ricordo Primo Levi
Che scrisse la sua storia.
Durante la marcia della morte mi sentivo abbassare
ma ricordatevi sempre che si deve avanzare
                                                            Davide Pavani
Liliana era ferita
anche se era finita,
uscita dal campo andò dalla sua famiglia,
ma era intristita,
tentava di stare meglio,
ma lei si isolava.
                                         Giulia Tricarico
Si è rifugiata
Nell'immaginazione
Aiutandosi come un testimone
                                       Simone Alfano
Un animale ferito
Non può difendersi 
Non bisogna lasciarlo solo
Dopo quel soffocamento di Auschwitz
Dalla Polonia alla Germania 
Da Ravensburk a Milano
Non c'è la faceva più 
ma non mollava
                                        Fabio Carta


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